martedì 25 settembre 2007

L'universo a forma di broccolo


Dicono sia una delle scoperte più importanti della storia della scienza, e senz'altro è una delle più conturbanti, quella effettuata tramite una dimostrazione matematica. Ogni volta che siamo di fronte ad una scelta, in realtà le facciamo tutte, ognuna in un universo differente.

Tante storie tanti universi
L'affascinante ipotesi degli universi paralleli sembra essere stata confermata matematicamente nel 2007 da un gruppo di ricerca di Oxford. L'ipotesi del Multiverso risale agli anni 50 da parte del fisico Hugh Everett e nacque come possibile soluzione di alcune bizzarrie quantistiche. Il nostro universo non sarebbe il solo, ma ne esisterebbero infiniti, ognuno dei quali contraddistinto da una scelta particolare. Funziona così: ogni volta che si presenta una scelta tra due opzioni, in realtà vengono realizzate entrambe, e ognuna delle opzioni si realizzerà in uno dei due universi diramati da quello precedente. Un comportamento analogo a quello già sperimentato con i fotoni, che dovendo scegliere due percorsi in realtà li percorrono entrambi contemporaneamente (auto interferenza); come il fotone anche l'universo appare sdoppiarsi dando vita a due futuri diversi. Di conseguenza, quando si presentano più scelte, tutte le opzioni vengono prese e ognuna di loro farà conseguire un futuro particolare.

Tutte le scelte di Neo
Una elegante citazione di questa teoria è presente alla fine del film Matrix Revolution, quando Neo, di fronte all'Architetto, vede la sua immagine moltiplicata nei molteplici schermi delle pareti, in ognuno dei quali vede se stesso compiere una scelta differente tra tutte le scelte possibili. Ad esempio in uno schermo si vede ridere, in un altro arrabbiare, in un altro piangere, e così via fino a completare tutte le opzioni esistenti fino anche alle più improbabili. Nella realtà, ognuno di quelle scelte avrebbero diramato un universo ed un futuro preciso. Questo significa che ogni volta che vi sarete pentiti di non aver fatto una scelta, in un qualche universo si sarà diramato un futuro nel quale quella decisione, in effetti, la avrete presa. Oppure quando avete rischiato un incidente, allora vi sarà anche un universo in cui voi non siete sopravvissuti. E tutto questo, mi viene da pensare, sarà solo per gli universi più "prossimi" al presente attuale, mentre i più remoti vedranno ormai diramate storie completamente diverse da quella studiata nei libri, e altri uomini e altre donne, o nessun uomo e nessuna donna, e chissà cos'altro al posto nostro.

Che c'entra il broccolo
Mi sembra allora più opportuno chiamare tutti questi universi, più che paralleli, universi divergenti, e lo schema di ogni porzione del multiverso (ossia dell'insieme di tutti gli universi) dovrebbe apparire simile a quella di un broccolo: miriadi di diramazioni a partire da un'unica radice.
Il gruppo di ricerca guidato dal Prof. David Deutsch ha provato matematicamente che un multiverso così configurato è necessario per derivare le equazioni della meccanica quantistica che già conosciamo. Infatti abbiamo ormai cominciato da tempo ad accettare la natura probabilistica della realtà: in pratica la fisica quantistica descrive che l'esistenza di un evento viene "congelata", ovvero definita, in un particolare stato solo nel momento in cui questo evento viene osservato, mentre mancando l'osservazione l'evento stesso esiste in potenza in tutte le configurazioni possibili e contemporaneamente (la funzione d'onda dell'evento descrive le probabilità di ogni evenienza, e collassa con l'osservazione in una delle configurazioni). Così l'universo presente appare tale solo per l'osservazione che produciamo, mentre altri osservatori in universi ormai alieni stanno definendo storie e futuri differenti.

Creatori di universi o viandanti di un multiverso?
Quando un fotone collassa in una posizione piuttosto che un altra, quando decidiamo di dormire piuttosto che alzarci presto alla mattina, allora i due universi che si diramano sono creati dalla scelta oppure si tratta di preferire un percorso già tracciato come ad un bivio? Nel primo caso ogni nostro vezzo crea intere nuove realtà, nell'altro tutti i Futuri possibili già esistono, ed a ogni bivio ci moltiplichiamo per percorrere storie diverse. In ogni caso, a pensarci bene, se esistono contemporaneamente tutte le possibilità allora, in fondo, abbiamo a disposizione tutte le possibilità; si tratta solo di cercare la felicità nel ramo del multiverso che ci piace di più.

Approfondimenti:
Multiverso (wikipedia)

venerdì 21 settembre 2007

Quando eravamo liberi


Reminiscenze e miti su di un epoca in cui non esistevano monopoli su sistemi operativi ed applicazioni per l'ufficio

Alcuni anziani raccontano di un tempo lontano, quando si poteva scegliere una applicazione per scrivere lettere e documenti tra diverse alternative, e non si era costretti ad usare tutti lo stesso programma. Anche per fare i calcoli c'erano diverse possibilità, e si comprava un "foglio di calcolo elettronico" chiamandolo col sibilante termine di "spreadsheet", tra le varie proposte del mercato. Alcuni di questi anziani addirittura narrano che non solo si potevano scegliere i programmi, ma addirittura il tipo di computer! Cioè, esistevano diversi tipi di Personal Computer, ognuno dotato del loro particolare sistema operativo, differenziati per prestazioni, prezzi e fornitura di software. Ce ne sono certi che socchiudono gli occhi, sorridono beati verso il soffitto e parlano di un computer con una mela morsicata tutta colorata, e parlano di una fantomatico "Apple Due"... come se volessero farci credere che fosse mai esistito un Apple Uno! Altri ancora si inginocchiano e mormorano parole incomprensibili come "Wordstar, o Wordstar 2000". Dicono che c'era un prezzo, a tutta questa libertà; si trattava di pagare molto denaro per averli, oppure accettare di uscire dalla legalità per poter scrivere una lettera sul computer di casa. E di dover imparare strane sequenze di tasti per accedere alle varie funzionalità. Qualcuno si scriveva pure una tabellina sopra la tastiera. Certo non c'è da credergli. Scegliersi il sistema operativo.. sicuramente questi anziani hanno una memoria ormai compromessa dall'età. Anche perchè, se il mercato software fosse veramente nato libero, sicuramente a tutt'oggi avremmo ancora tanti produttori tra i quali scegliere un word processor, ormai moderno ed evoluto rispetto ai ricordi degli anziani, e la concorrenza tra questi produttori avrebbe favorito la stabilità, la sicurezza e la facilità d'uso di tutti i prodotti. Così se mi fossi trovato male con uno in particolare, come infatti spesso accade, avrei potuto cambiare. Ma dato che ai nostri giorni usiamo tutti lo stesso tipo di computer, lo stesso sistema operativo, la stessa suite di programmi per l'ufficio di un unico produttore, sicuramente questi anziani mentono, o si ricordano male. C'è chi dice che questa situazione sta cambiando, ma non so se credergli, probabilmente mentono anche loro come quegli anziani.


sferotecnologia

martedì 18 settembre 2007

20 Settembre 1870, Porta Pia e la fine del Medioevo a Roma


Il 20 Settembre del 1870 i Bersaglieri aprivano una breccia a Porta Pia ed entravano a Roma senza spargimento di sangue. Parlarne oggi significa essere tacciati di anticlericalismo. Ma perchè essere anticlericali è offensivo?

Quand'è finito il Medioevo? Alcuni storici lo datano nel 1453, con la caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi e la fine dell'Impero Romano d'Oriente; i più nel 1492, con lo sbarco di Colombo in America. Altri ancora trascinano la fine dell'Età Buia fino al XVII secolo con lo smantellamento del sistema feudale e la nascita dell'epoca industriale. Ma Roma, caput mundi, pagò la sua antica cupidigia rimanendo nell'oscurantismo fino al 20 Settembre 1870, quando l'esercito italiano entrò attraverso una apertura di trenta metri ricavata presso Porta Pia. Fino ad allora il papa re possedeva diritto di vita e di morte sopra i suoi sudditi, comandava un esercito, promulgava leggi, coniava monete e sentenziava pene. Dopo la Breccia di Porta Pia, Roma possedeva una legislazione moderna, costituzionale e liberale. Perchè il XX Settembre non viene più ricordato? In un momento storico in cui ci si scaglia contro il buio dei regimi islamici, in cui si teme una svolta antilaicista della Turchia, perchè non ricordare in modo convinto la ricorrenza di quell'evento che, qui in Italia, ha posto fine al governo di un clero su di uno stato? Molte destre e sinistre dell'italietta politica non oseranno toccare l'argomento, e solo pochi si organizzano. Ora mi chiedo: perchè si dovrebbe aver paura di celebrare la laicità dello Stato? Forse che non si dia più per scontato ed ovvio il valore di un governo basato su princìpi oggettivi e sui quali sia permesso discutere?

Intanto, indice del bisogno di tenere sempre alta la guardia su certi fronti, nella pagina di Wikipedia Italiana ho trovato scritto, alla voce "Presa di Roma", sotto il paragrafo curiosità, la frase:

"Come manifestazione di anticlericalismo, in alcune città italiane, via XX Settembre è la via che porta al Duomo". (vedi cache di google)

Ho proposto a Wikipedia di modificare la voce con:

"A ricordo dell'inizio del moderno Stato d'Italia come lo conosciamo oggi, il XX Settembre è riportato nella toponomastica di molte città italiane, alcune volte dando il nome alla strada che porta al Duomo."

Vediamo se un qualche santo spirito casserà questa affermazione.


Approfondimenti:
Presa di Roma, Wikipedia
Medioevo, Wikipedia
Stato Pontificio, Wikipedia


sferoattualità

venerdì 14 settembre 2007

La notte del giorno reale


La separazione tra vita reale e virtuale appare sempre più labile, tanto che anche la cronaca ne viene affetta; la sfida è saper cogliere le possibilità di miglioramento dal confronto con più realtà differenti.

Nella Rete avvengono cose reali, come tragicamente confermato dal recente suicidio di un uomo di Wellington, nello Shropshire Inglese, che entrato in una chatroom di "insulti amichevoli" ha scelto di impiccarsi di fronte alla sua webcam, con gli altri utenti collegati che cercavano di dissuaderlo. La polizia inglese, che sta indagando sull'avvenimento, non può confermare eventuali responsabilità delle persone presenti nella chat in quel frangente, che dato il tema della room probabilmente avranno appesantito la depressione del pover'uomo. C'è da dire che molti pensavano ad uno scherzo, e auspicabilmente anche quell'utente che ha osservato: "Allora, salta! Guardate come trema, non è neanche capace di ammazzarsi per bene!".
Si tende spesso a pensare ad una separazione tra il mondo reale e quello cosiddetto virtuale esistente nella Rete, come se gli avvenimenti di uno non possano influenzare l'altro. In realtà negli ultimi anni abbiamo assistito ad un frammischiarsi di queste due esistenze dovuto al popolamento di mondi online come chat, comunità (social networks come MySpace), giochi (come World of Warcraft) o interi mondi (Second Life) che hanno visto incrociare vite parallele fatte di momenti rubati al lavoro in ufficio o al sonno notturno. La sovrapposizione è talmente forte che l'influenza di una delle due sfere, del reale e del virtuale, sull'altra, è completamente interscambiabile; insomma, la vita reale e quella virtuale non sono più due mondi separati, ma due aspetti della stessa realtà, bella o brutta che sia. Il bello è che sono però due aspetti sì ma completamente diversi, nel senso che il mondo virtuale potrebbe essere forse una versione breve di viaggio, ossia quel momento in cui puoi per un istante cambiare la tua vita cambiando le condizioni al contorno. Ma poiché è difficile cambiare il contesto che ci circonda, è più facile allora spostarsi magari in un'altra nazione oppure più banalmente in un altro mondo virtuale. E allora si scopre che i condizionamenti con i quali si è cresciuti possono cadere, e che si può cominciare a costruire una nuova identità con mattoni nuovi e caratteristiche maturate altrove, provando l'ebrezza di una libertà con la quale siamo ormai tutti poco avvezzi. Il senso di piacere dei mondi virtuali potrebbe essere questo: imparare a non essere imprigionati nell'immagine che un mondo si è fatto di noi, perché significherebbe limitare se stessi all'interno di una visione molto ristretta e particolare. L'altro insegnamento è che però la vita è quella fuori, e una volta provata l'ebrezza di aver sconfitto la gilda di orchi e aver conquistato il castello, partire per un viaggio vero e confrontarsi con un altro mondo ma sempre basato sul carbonio. In fondo c'è chi dice che il nostro mondo non sia altro che una simulazione eseguita da un gigantesco computer, e questa volta non è un film, ma una teoria scientifica. Magari ne riparleremo presto su queste pagine.

approfondimenti:
Second Life, Wikipedia


sferoattualità

mercoledì 12 settembre 2007

Gente maligna, Bush ed i mutui.


C'è chi pensa male, chi vede complotti e speculazioni dappertutto. C'è chi pensa che dietro all'intervento sulla crisi dei mutui americani, portata da Bush su milioni di televisioni in prima serata, ci sia il tentativo di turbare il mercato. Oops, ho sbagliato parole, al posto di "turbativa" avrei dovuto parlare di "turbolenza", come ha detto il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi rivolgendosi al pubblico intervenuto nell'Università di Brescia a proposito della crisi mondiale. Certe persone infatti, arriverebbero a sostenere che la visibilità data all'aumento delle rate dei mutui americani a tassi variabili voleva servire solo a scatenare reazioni tali da frenare una, a loro dire, quasi rovinosa caduta del dollaro. Caduta che poi rovinosa non è, perché ci sarebbe per fortuna l'euro, e la BCE che mantiene tassi di interesse alti (anzi minaccia di alzarli ancora per fermare l'inflazione; ma non ci avevano detto che l'inflazione era solo una sensazione non non confermata dagli studi?) e in questo modo l'euro rimane forte, molto forte sul dollaro. E così, secondo queste menti maliziose, le esportazioni americane reggono a spese degli europei, e la caduta del dollaro, ecco, non è poi così rovinosa. Basta che non si metta anche l'Iran a chiedere di pagare il proprio petrolio in euro anzichè in dollari, che colpo che sarebbe per il bigliettone verde; c'è pure chi dice che la Guerra del Golfo fu fatta anche perchè Saddam voleva farsi pagare in euro dai francesi e dai tedeschi (infatti loro sì che erano contrari alla guerra). Certo, se il dollaro si dovesse confrontare solo con lo yen, o con lo yuan cinese, sarebbe dura perché quei governi hanno risposto alla caduta del dollaro deprezzando anche le loro valute, proteggendo così la loro competitività, ma non così ha agito la BCE. Poco importa se poi i giovani europei, in Italia, in Spagna o altrove, un mutuo proprio non lo possano accendere, con i prezzi delle abitazioni tenuti artificialmente alti per gli investimenti dei fondi immobiliari e la Spada di Damocle dei tassi variabili, caratteristici dei mutui con rate iniziali meno dure, sponsorizzati dai reparti marketing delle banche che ormai non riescono più a vendere i loro costosi prodotti finanziari a tasso fisso. Ma questa strategia non era già andata tanto male negli USA da costringere Bush a parlare dei mutui in prima serata? Bah.

sferoattualità