venerdì 14 settembre 2007

La notte del giorno reale


La separazione tra vita reale e virtuale appare sempre più labile, tanto che anche la cronaca ne viene affetta; la sfida è saper cogliere le possibilità di miglioramento dal confronto con più realtà differenti.

Nella Rete avvengono cose reali, come tragicamente confermato dal recente suicidio di un uomo di Wellington, nello Shropshire Inglese, che entrato in una chatroom di "insulti amichevoli" ha scelto di impiccarsi di fronte alla sua webcam, con gli altri utenti collegati che cercavano di dissuaderlo. La polizia inglese, che sta indagando sull'avvenimento, non può confermare eventuali responsabilità delle persone presenti nella chat in quel frangente, che dato il tema della room probabilmente avranno appesantito la depressione del pover'uomo. C'è da dire che molti pensavano ad uno scherzo, e auspicabilmente anche quell'utente che ha osservato: "Allora, salta! Guardate come trema, non è neanche capace di ammazzarsi per bene!".
Si tende spesso a pensare ad una separazione tra il mondo reale e quello cosiddetto virtuale esistente nella Rete, come se gli avvenimenti di uno non possano influenzare l'altro. In realtà negli ultimi anni abbiamo assistito ad un frammischiarsi di queste due esistenze dovuto al popolamento di mondi online come chat, comunità (social networks come MySpace), giochi (come World of Warcraft) o interi mondi (Second Life) che hanno visto incrociare vite parallele fatte di momenti rubati al lavoro in ufficio o al sonno notturno. La sovrapposizione è talmente forte che l'influenza di una delle due sfere, del reale e del virtuale, sull'altra, è completamente interscambiabile; insomma, la vita reale e quella virtuale non sono più due mondi separati, ma due aspetti della stessa realtà, bella o brutta che sia. Il bello è che sono però due aspetti sì ma completamente diversi, nel senso che il mondo virtuale potrebbe essere forse una versione breve di viaggio, ossia quel momento in cui puoi per un istante cambiare la tua vita cambiando le condizioni al contorno. Ma poiché è difficile cambiare il contesto che ci circonda, è più facile allora spostarsi magari in un'altra nazione oppure più banalmente in un altro mondo virtuale. E allora si scopre che i condizionamenti con i quali si è cresciuti possono cadere, e che si può cominciare a costruire una nuova identità con mattoni nuovi e caratteristiche maturate altrove, provando l'ebrezza di una libertà con la quale siamo ormai tutti poco avvezzi. Il senso di piacere dei mondi virtuali potrebbe essere questo: imparare a non essere imprigionati nell'immagine che un mondo si è fatto di noi, perché significherebbe limitare se stessi all'interno di una visione molto ristretta e particolare. L'altro insegnamento è che però la vita è quella fuori, e una volta provata l'ebrezza di aver sconfitto la gilda di orchi e aver conquistato il castello, partire per un viaggio vero e confrontarsi con un altro mondo ma sempre basato sul carbonio. In fondo c'è chi dice che il nostro mondo non sia altro che una simulazione eseguita da un gigantesco computer, e questa volta non è un film, ma una teoria scientifica. Magari ne riparleremo presto su queste pagine.

approfondimenti:
Second Life, Wikipedia


sferoattualità

1 commento:

Anonimo ha detto...

la storia del tizio che si impicca è sconvolgente

mcfly