Un recente studio pubblicato dalla At&T vorrebbe dimostrare l'utilità economica di selezionare i contenuti che passano nei cavi di Internet in base a dei criteri oggettivi (cioè i contenuti per cui si paga, e gli altri). L'attacco al Web 2.0 delle multinazionali.
L'uguaglianza digitale
C'è una particolarità, qua in giro su Internet, che rende la Rete una preziosa conquista dell'umanità: la netraulità. La Net Neutrality è la caratteristica che garantisce la stessa importanza ai pacchetti di informazione che passano nei cavi di Internet, sia che voi stiate rispondendo ad una email della fidanzata, sia che stiate scrivendo il sito della Microsoft. Tim Barners, uno dei più famosi creatori della Rete, racconta a questo proposito: "La rete non guardava all'interno dei pacchetti. È stata la purezza di quel progetto, e la rigorosa indipendenza dai legislatori, che ha permesso ad Internet di crescere e essere utile". La Net Neutrality ha un nemico: si chiama Internet a due velocità, ed è il progetto, sorretto da proposte legislative americane, che vorrebbe dotare l'attuale infrastruttura che si occupa di trasportare il carico di informazioni di una intelligenza che dia la priorità ad alcune informazioni rispetto ad altre considerate meno importanti: si giungerebbe così ad una bassa velocità per l'uso di tutti i giorni, blog ed email comprese, ed una alta vel0cità per i servizi dei soli utenti che ne richiedono - e pagano - l'accesso, come alcuni costosi collegamenti aziendali o per abbonati a servizi particolari (es. televisioni via cavo). Tra i maggiori nemici della Net Neutrality c'è il colosso delle comunicazioni americano At&T. La multinazionale ha da poco pubblicato uno studio che dimostrerebbe come una rete neutrale costerebbe molto di più di una a due velocità, e punterebbe quindi sul quel modello di sviluppo "classista". Molte altre multinazionali sono schierate su questa posizione, e la stessa Google ultimamente appare piuttosto tentata da questa metà oscura.
Dubbi italiani
C'è chi grida all'attacco alla netraulità della Rete anche in Italia, e in particolare per l'offerta Alice TV che propone accesso ad alta velocità collegata a servizi di abbonamento televiso attraverso un decoder. Il problema denunciato consisterebbe nel fatto che Telecom Italia, nella sua posizione dominante, offrirebbe un servizio non replicabile allo stesso prezzo dai concorrenti, creando di fatto una disparità di accesso tra i suoi abbonati e quelli degli altri Provider. Non solo, potrebbe rappresentare in effetti l'inizio di una Internet a due velocità come definito prima, una per gli abbonati ad Alice Tv, ed una per tutti gli altri.
Le Conseguenze di una Rete non neutrale
Forse costerebbe meno (ma sicuramente non Italia, dove il monopolio de facto di Telecom Italia costringe il mercato a prezzi doppi rispetto a quelli che la stessa Telcom Italia fa pagare in Francia). Ma il prezzo che avremmo pagato sarebbe la nostra libertà; la libertà di non avere strumenti digitali che analizzano quello che scriviamo e ne decide l'importanza, e di poter essere presenti in rete alla pari con le testate giornalistiche blasonate - e finanziate dalle lobby di qualche mercato. Perderemmo la libertà di far arrivare il nostro blog al primo posto dei motori di ricerca anche se ce lo meritiamo e scriviamo contenuti interessanti, o di ricevere contenuti multimediali senza aver pagato un adeguato abbonamento. Senza contare le infinite possibilità di censura che offrirebbe questo modello; non solo sui contenuti, ma anche a chi utilizzasse ad esempio Linux al posto dei sistemi operativi delle multinazionali. Molto verosimilmente la rivoluzione collaborativa del Web 2.0 ne sarebbe soffocata, e moriremmo tutti tra bellissime e velocissime pubblicità di detersivi.
Approfondimenti:
Rete neutrale? Washington se ne lava le mani, Punto Informatico
La rete neutrale costa di più?, Visionpost.it
sferotecnologia
Nessun commento:
Posta un commento